«Evitiamo di aggravare l’entropia» scriveva nel 2018 Daniel Pennac, citando suo fratello maggiore. E continuava: «usiamo l’usato».

Linda Maggiori, autrice del blog Famiglie rifiuti zero, sembra aver preso alla lettera il suggerimento dello scrittore francese creando, a Faenza, la prima stoviglioteca italiana. Da lì in poi, l’iniziativa si è diffusa in tutta Italia, portando associazioni, comuni, privati e commercianti ad inaugurare numerose stoviglioteche, di cui il blog Non sprecare ha redatto un elenco costantemente aggiornato.

Quando noi di Bosco Natio abbiamo scoperto l’esistenza delle stoviglioteche, ci siamo resi conto di avere già tutto l’occorrente per dare vita alla prima stoviglioteca del Vallo di Diano. Dopo anni di vacanze ed escursioni in comitiva, infatti, abbiamo accumulato parecchie stoviglie, rimaste chiuse in deposito a causa della quarantena. È arrivato il momento di spolverare l’enorme scatolone e rimetterlo in gioco: possiamo finalmente annunciare l’apertura della Stoviglioteca Natia!

Cos’è una stoviglioteca?

Si tratta di una sorta di biblioteca in cui, al posto dei libri, si prendono in prestito piatti, bicchieri, posate, ciotole, caraffe e tutto ciò che può servire per organizzare una festa, un evento, una riunione tra esseri umani o extra-terrestri, bambin* o adult*. Va da sé: il tutto è rigorosamente lavabile e in materiali durevoli (solitamente acciaio o plastica dura) e riposto in appositi contenitori adatti al trasporto.

Come funziona la Stoviglioteca Natia?

Ogni stoviglioteca ha le proprie regole, ma alla base dell’iniziativa c’è la volontà di condividere e di evitare il maggior numero possibile di rifiuti. La Stoviglioteca Natia è prenotabile attraverso l’apposito form o con un messaggio al numero 3470020817 per un massimo di 4 giorni.
Una volta ricevuta la conferma di prenotazione, e previa visione e accettazione del Regolamento sarà possibile ritirare il kit presso il Laboratorio Natio a Polla in Via Codone 46.
Consigliamo di effettuare sempre un lavaggio prima dell’utilizzo delle stoviglie, che dovrebbero essere usate con la massima cura e che andranno riconsegnate entro il giorno stabilito, dopo averle nuovamente lavate in lavastoviglie e asciugate perfettamente.

Perché conviene?

Le stoviglioteche rappresentano una piccola rivoluzione: per prima cosa, consentono un notevole risparmio economico, evitando l’acquisto di tutto il necessario per feste, riunioni o eventi. Noi chiediamo una cauzione di 20 € che sarà restituita alla riconsegna del kit, ma questo solo per scongiurare eventuali furti.
Il prezzo del prestito viene deciso da ognun* in base alle proprie possibilità: chiediamo, infatti, di contribuire con un’offerta libera che sarà poi reinvestita nel potenziamento o nella creazione di ulteriori kit di stoviglie.

Ma non è tutto: l’offerta, infatti, può consistere anche in donazioni di stoviglie in buone condizioni ma poco o per nulla utilizzate; l’importante è che siano lavabili in lavastoviglie e sicure per la salute!

Inoltre, le nostre stoviglie non sono tutte uguali tra loro: troverete piatti e bicchieri realizzati in colori e materiali differenti, posate spaiate che sono rimaste troppo tempo chiuse nei cassetti, pentole formato XXL create appositamente per essere condivise. Ma soprattutto, troverete oggetti che hanno una storia, un vissuto a cui potrete aggiungere il vostro e che dureranno nel tempo, invece di diventare rifiuti dopo un solo utilizzo.

La stoviglioteca conviene anche all’ambiente

Tra il 22 maggio e il 20 luglio 2020, 282 container carichi di 7.893 tonnellate di rifiuti urbani sono partiti da Salerno e hanno raggiunto il porto tunisino di Sousse – Leggi l’articolo.

I rifiuti, ufficialmente identificati come plastici, si sono presto rivelati essere scarti della raccolta differenziata domestica, cioè rifiuti non riciclabili, provenienti da sedici comuni del Cilento e spediti dall’azienda Sviluppo risorse ambientali (Sra), con sede a Polla.
La vicenda, un vero e proprio caso di traffico illecito di rifiuti che coinvolge in modo diretto il Vallo di Diano, ha provocato uno scandalo enorme in Tunisia, e ha comportato il rientro in Italia, avvenuto lo scorso febbraio, di 213 container; gli altri 69 sono andati a fuoco in un incendio nelle campagne di Sousse – Leggi l’articolo.

All’inizio del 2022, l’Italia ha attuato la Direttiva 904/2019 (o Direttiva SUP – Single Use Plastics), sulla riduzione di alcuni prodotti in plastica monouso, applicando tuttavia deroghe ed esenzioni che sembrano annullare gli scopi della stessa. Mentre negli altri Paesi europei, infatti, la Direttiva si applica «sia alle plastiche tradizionali che alle plastiche realizzate a partire da biomasse, indipendentemente dal fatto che siano o meno biodegradabili o compostabili» – Leggi l’articolo, le misure adottate in Italia «promuovono e incentivano la sostituzione dei prodotti monouso realizzati in plastica tradizionale con prodotti monouso realizzati in bioplastica compostabile» che, in teoria, dovrebbero essere riciclati.

Eppure, già nell’ottobre 2019 il rapporto di Greenpeace Il pianeta usa e getta ci metteva in guardia sull’utilizzo di prodotti monouso realizzati in materiali compostabili, destinati a impianti non in grado di trattarli efficacemente e, di conseguenza, spediti in discarica o negli inceneritori – Leggi l’articolo.
Ma non basta: le bioplastiche, infatti, sono spesso prodotte a partire da colture che necessitano di grandi spazi, risorse idriche e fertilizzanti, pesticidi, fungicidi e quant’altro. Tutto questo, ancora una volta, per prodotti usa e getta.
Sostituire a prodotti monouso altri prodotti monouso, per quanto etichettati come eco-sostenibili, non ci sembra una soluzione all’emergenza rifiuti, piuttosto greenwashing.

Il collettivo Bosco Natio ha intenzione di promuovere, nel proprio territorio e ovunque possa arrivare, un modello di progresso in cui la crescita perseguita non sia unicamente quella economica. Abbiamo bisogno di crescere a livello personale, sociale, civile e, quindi, politico – Leggi l’articolo. Pur dispiacendoci che iniziative di questo genere debbano ancora partire dal basso, siamo consapevoli del fatto che, nei 289 container inviati a Sousse, ci fosse anche la nostra immondizia.

Niente e nessuno dovrebbe pagare con la salute a causa della nostra necessità di consumare compulsivamente.
La Stoviglioteca Natia ci sembra un modo efficace per “usare l’usato” e cominciare, finalmente, a ridurre i nostri rifiuti.

 

Bibliografia

  • Azzurro Paolo, Dalla riduzione del monouso in plastica alla riduzione del monouso: indicazioni per il recepimento della direttiva SUP in Italia. Documento per Greenpeace Italia, 19 aprile 2021 – Link.
  • Butera Federico Maria, Rifiuti, il riciclo non è economia circolare, in «Il Manifesto», 28 maggio 2020 – Link.
  • Correggia Marinella, Nicoli Elisa, Rifiuti addio. Perché prevenire è meglio che ricilcare, Milano, Altreconomia, 2020.
  • European Environment Agency, Growth without economic growth, 11 gennaio 2021 – Link.
  • Greenpeace, Throwing away the future: how companies still have it wrong on plastic pollution “solutions”, ottobre 2019 – Link.
  • Greenpeace Italia, Plastica: altro che riciclo, febbraio 2020 – Link.
  • Greenpeace Italia, Altro che compost!, maggio 2022 – Link.
  • Liberti Stefano, Mastrandrea Angelo, La Tunisia non è la discarica dell’Italia, in «Internazionale», 6 aprile 2021 – Link.
  • Manisera Sara, Poletti Arianna, Così i rifiuti spediti in Tunisia ritornano in Campania, in «Domani», 19 febbraio 2022 – Link.
  • Pennac Daniel, Mio Fratello, Milano, Giangiacomo Feltrinelli Editore, 2018.